Nel caso in cui ci si è decisi di farsi un dono con una certa persona cara, addirittura qualche cosa che possa ricordare costantemente un evento che si è passato insieme, si potrebbe scegliere il tatuaggio per condividere questo evento. I tatuaggi risultano essere delle figure raffinate, che la gente utilizza per perfezionare la propria bellezza e ornare il proprio fisico. Però non esiste uno scopo soltanto estetico dietro un tatuaggio, in molte occasioni esiste realmente una smania, il desiderio di esprimersi in una maniera percettibile, e cambiare la propria figura solamente per manifestare un lato di sé stessi che vuole far sentire la propria voce. Il tatuaggio si mostra adatto per tale obiettivo, poiché è in grado di trasmettere dei pensieri addirittura tramite un insieme di frasi o anche, per le persone che lo preferiscono, è possibile che riesca a suscitare parecchio effetto tramite una determinata figura. Non c’è dubbio nell’evidenziare il fatto che molta gente si sente unita da un tatuaggio, il quale risulta quasi un legame più profondo di uno scambio di anelli quando ci si sposa o di qualche frase scritta, in realtà non appare inconsueto che due innamorati decidano di farsi un tatuaggio complementare o uguale. Un tatuaggio identico vorrebbe dire farsi tatuare la stessa immagine, addirittura nella stessa parte del fisico, invece qualora si opta per una figura complementare si sceglie qualcosa che può combaciare con il tatuaggio dell’altra persona, non solo per contenuto ma anche per figura, come nel caso di una chiave e un lucchetto.
In che modo selezionare un tatuaggio
Di sicuro nel momento in cui si trova la figura professionale adatta si è già in mano di una persona competente, e si può avere la certezza che si otterrà un tatuaggio perfetto, puntualmente come da previsione. Ma la complicazione risulta essere la richiesta del genere di tatuaggio, cioè optare per una figura, una frase o un disegno che si vuole fissare indelebilmente. E pure qualora si scegliesse una frase, soltanto il contenuto non basta, occorre perfino selezionare il posizionamento, il font, la consistenza dei caratteri, le estensioni e così di seguito. Tanto è vero che, un tatuaggio è di certo una cosa che si porterà nel corso degli anni e quindi si dovrà apprezzare non soltanto adesso, bensì si deve avere una notevole certezza che si apprezzerà addirittura negli anni futuri. Ovviamente come tatuaggio iniziale non è possibile suggerire una cosa di enorme estensione, in quanto ciò è probabile che porti indiscutibilmente a pentirsene, conviene iniziare da una cosa piccola. Quando al contrario si hanno già dei tatuaggi, la situazione risulta totalmente differente, poiché si è preso già confidenza con tale stile artistico, si sa cosa implica, si potrebbe solamente essere delle persone appassionate che vogliono ornare parti del proprio fisico, le quali risultano libere da composizioni decorative. Se si preferisce, adesso si potrebbe perfino optare per una figura di ampie proporzioni, la quale occupa tutta la schiena, per la ragione che si ha già una concezione riguardo a quello che si potrebbe affrontare. È possibile chiedere un preventivo ad un tatuatore specializzato, tenendo a mente costantemente di non mettersi nelle mani di gente incompetente, in quanto si rischia sia che l’esito conclusivo non sia di proprio gradimento e che siano usate sostanze scadenti, che non siano considerate le regole igienico sanitarie che risultano essere necessariamente importantissime.
Link Utili:
Il tatuaggio (derivato dal francese tatouage, a sua volta dal verbo tatouer e questo dal termine anglosassone tattoo, adattamento del samoano tatau) è sia una tecnica di decorazione pittorica corporale dell’uomo, sia la decorazione prodotta con tale tecnica. Tradizionalmente la decorazione è destinata a durare per molto tempo,a volte per sempre, ma in tempi recenti sono state inventate tecniche per realizzare tatuaggi temporanei.
Nella sua forma più diffusa, la tecnica di questa modificazione corporea consiste nell’incidere la pelle ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari (più precisamente è chiamata scarificazione) o nell’eseguire punture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle ferite. Questa tecnica, che oggi sembra facile da eseguire,è stata resa possibile dal susseguirsi e dall’evolversi di tecniche più svariate e ardue nell’antichità. (Wikipedia)
Origini del tatuaggio
Tatuaggi terapeutici sono stati ritrovati sulla mummia dell’”uomo di Pazyryk” nell’Asia centrale con complicati tatuaggi animali o quello della principessa di Ukok (Mummia dell’Altai) databile intorno al 500 a.C. che rappresenta un animale immaginario (cervo e grifone) di un alto livello artistico, arrivato quasi intatto a noi grazie alla permanenza nel permafrost. Tra le civiltà antiche in cui si sviluppò il tatuaggio fu l’Egitto ma anche l’antica Roma, dove venne vietato dall’imperatore Costantino, a seguito della sua conversione al Cristianesimo. È peraltro da rilevare che, prima che il Cristianesimo divenisse religione lecita e, successivamente religione di Stato, molti cristiani si tatuavano sulla pelle simboli religiosi per marcare la propria identità spirituale.
È inoltre attestata nel Medioevo l’usanza dei pellegrini di tatuarsi con simboli religiosi dei santuari visitati, particolarmente quello di Loreto. Fra i cristiani la pratica del tatuaggio è diffusa fra i copti monofisiti. Col tatuaggio i copti rimarcano la propria identità cristiana, i soggetti sono solitamente la croce copta, la natività e il Santo Mar Corios, martirizzato sotto Diocleziano e rappresentato in sella ad un cavallo con un bambino. La religione ebraica vieta tutti i tatuaggi permanenti, come prescritto del Levitico (Vaikrà) (19, 28). In particolare, l’Ebraismo vieta ogni incisione accompagnata da una marca indelebile di inchiostro o di altro materiale che lasci una traccia permanente. (Wikipedia)
Tecniche di tatuaggio
Gli Inuit usano degli aghi d’osso per far passare attraverso la pelle un filo coperto di fuliggine (la china, che artigianalmente e impropriamente si adopera per lo scopo è in fin dei conti una sospensione acquosa di fuliggine).
Nelle zone oceaniche (Polinesia, Nuova Zelanda) il tatuaggio viene eseguito tramite i denti di un pettine di osso che, fermato all’estremità di una bacchetta (formando così uno strumento di forma simile a un rastrello), e battuto tramite un’altra bacchetta, forano la pelle introducendo il colore, ottenuto quest’ultimo dalla lavorazione della noce di cocco.
I giapponesi, con la tecnica detta tebori, usano sottili aghi metallici e pigmenti, adesso di molti colori, ma che in origine erano rosso, giallo e indaco, oltre al nero in varie gradazioni, e introducono nella pelle sostanze di natura chimica diversa e di colore diverso. La tecnica giapponese prevede che gli aghi, fissati all’estremità di una bacchetta di bambù, che viene fatta scorrere avanti e indietro (di forma simile a un sottile pennello), siano fatti entrare nella pelle obliquamente, con minor violenza rispetto alla tecnica polinesiana, ma comunque in modo abbastanza doloroso. (Wikipedia)