Ormai sono molte le persone che decidono di farsi un tatuaggio e che quindi vogliono avere delle informazioni su uno studio di tatuaggi o anche se più di uno per avere un metro di paragone sia sulle tariffe che sulla qualità del tatuatore o della tatuatrice di turno
Anzi dobbiamo anche dire che fino a pochi anni fa le persone quando vedevano un amico o un parente o un collega di lavoro che si era fatto fare un tatuaggio lo guardavano in maniera strana,come se fosse una persona strana ,o peggio ancora come se fosse una persona poco raccomandabile, e quelli di quelle persone che frequentano cattive compagnie che stanno in certi ambienti quanto per capirci
Ma questo non avviene solo in Italia e basti pensare a quello che succedeva in Giappone quando un tatuaggio veniva messo sulla fronte di una persona che non rispettava le regole e che veniva arrestata in modo che le altre persone lo potessero riconoscere come persona fuori dai ranghi
In Giappone questo succedeva anche perché si associano i tatuaggi anche alle persone che fanno parte dell’organizzazione criminale che si chiama yakuza che è molto temuta, e dove i suoi membri usano appunto molti tatuaggi
Che poi il caso del Giappone sui tatuaggi è molto particolare perché da una parte c’è quello che dicevamo sopra,però dall’altra il Giappone ha una grande tradizione per quanto riguarda i tatuaggi e molte persone,ormai optano per i tatuaggi giapponesi che sono dei tatuaggi molto profondi per i simboli che hanno
Oppure se vogliamo parlare di un altro stile di tatuaggio dove vengono raffigurate dai simboli molto profondi e molto particolare parliamo dei tatuaggi maori che hanno anch’esse una storia molto particolare e molto affascinante e le persone che si appassionano ai tatuaggi di sicuro non si annoiano perché ci sono tanti stili, ed è un mondo sempre in evoluzione ed è un mondo dove tutti i professionisti di qualità si possono scatenare con la loro creatività
Prima di capire che tatuaggio scegliere dobbiamo stanziare un budget
Naturalmente a parte scegliere lo stile del tatuaggio che vogliamo come dicevamo dal titolo di questa seconda parte dobbiamo stanziare un budget per capire quanto possiamo spendere e per capire quale tatuatore ci possiamo permettere e quale no
Questo significa che magari se noi abbiamo un budget predefinito e andiamo a parlare con i vari tatuatori ci possiamo rendere conto dove ci possiamo far fare questo tatuaggio, e di quale grandezza perché è chiaro che più è grande lo stesso e più il costo sarà alto
Fermo restando che non ha senso e questo lo diciamo sempre quando scriviamo di questi argomenti scegliere un tatuatore o una tatuatrice solo perché ha delle tariffe basse perché sarebbe un grande rischio
Molto meglio andare a guardare anche le recensioni degli altri clienti su internet per capire il livello di qualità di questo servizio e di questi professionisti e anche per esempio il livello di igiene che c’è all’interno dello studio perché altrimenti si rischiano infezioni.
Link Utili:
Il tatuaggio (derivato dal francese tatouage, a sua volta dal verbo tatouer e questo dal termine anglosassone tattoo, adattamento del samoano tatau) è sia una tecnica di decorazione pittorica corporale dell’uomo, sia la decorazione prodotta con tale tecnica. Tradizionalmente la decorazione è destinata a durare per molto tempo,a volte per sempre, ma in tempi recenti sono state inventate tecniche per realizzare tatuaggi temporanei.
Nella sua forma più diffusa, la tecnica di questa modificazione corporea consiste nell’incidere la pelle ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari (più precisamente è chiamata scarificazione) o nell’eseguire punture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle ferite. Questa tecnica, che oggi sembra facile da eseguire,è stata resa possibile dal susseguirsi e dall’evolversi di tecniche più svariate e ardue nell’antichità. (Wikipedia)
Origini del tatuaggio
Tatuaggi terapeutici sono stati ritrovati sulla mummia dell’”uomo di Pazyryk” nell’Asia centrale con complicati tatuaggi animali o quello della principessa di Ukok (Mummia dell’Altai) databile intorno al 500 a.C. che rappresenta un animale immaginario (cervo e grifone) di un alto livello artistico, arrivato quasi intatto a noi grazie alla permanenza nel permafrost. Tra le civiltà antiche in cui si sviluppò il tatuaggio fu l’Egitto ma anche l’antica Roma, dove venne vietato dall’imperatore Costantino, a seguito della sua conversione al Cristianesimo. È peraltro da rilevare che, prima che il Cristianesimo divenisse religione lecita e, successivamente religione di Stato, molti cristiani si tatuavano sulla pelle simboli religiosi per marcare la propria identità spirituale.
È inoltre attestata nel Medioevo l’usanza dei pellegrini di tatuarsi con simboli religiosi dei santuari visitati, particolarmente quello di Loreto. Fra i cristiani la pratica del tatuaggio è diffusa fra i copti monofisiti. Col tatuaggio i copti rimarcano la propria identità cristiana, i soggetti sono solitamente la croce copta, la natività e il Santo Mar Corios, martirizzato sotto Diocleziano e rappresentato in sella ad un cavallo con un bambino. La religione ebraica vieta tutti i tatuaggi permanenti, come prescritto del Levitico (Vaikrà) (19, 28). In particolare, l’Ebraismo vieta ogni incisione accompagnata da una marca indelebile di inchiostro o di altro materiale che lasci una traccia permanente. (Wikipedia)
Tecniche di tatuaggio
Gli Inuit usano degli aghi d’osso per far passare attraverso la pelle un filo coperto di fuliggine (la china, che artigianalmente e impropriamente si adopera per lo scopo è in fin dei conti una sospensione acquosa di fuliggine).
Nelle zone oceaniche (Polinesia, Nuova Zelanda) il tatuaggio viene eseguito tramite i denti di un pettine di osso che, fermato all’estremità di una bacchetta (formando così uno strumento di forma simile a un rastrello), e battuto tramite un’altra bacchetta, forano la pelle introducendo il colore, ottenuto quest’ultimo dalla lavorazione della noce di cocco.
I giapponesi, con la tecnica detta tebori, usano sottili aghi metallici e pigmenti, adesso di molti colori, ma che in origine erano rosso, giallo e indaco, oltre al nero in varie gradazioni, e introducono nella pelle sostanze di natura chimica diversa e di colore diverso. La tecnica giapponese prevede che gli aghi, fissati all’estremità di una bacchetta di bambù, che viene fatta scorrere avanti e indietro (di forma simile a un sottile pennello), siano fatti entrare nella pelle obliquamente, con minor violenza rispetto alla tecnica polinesiana, ma comunque in modo abbastanza doloroso. (Wikipedia)