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Come si fa un tatuaggio: tutto quello da spere
Ecco una breve guida che illustra i passaggi fondamentali per fare un tatuaggio e dà tutte le informazioni che serve sapere prima di sottoporsi a questa procedura.
La durata
La durata della seduta per realizzare un tatuaggio dipende da diversi fattori.
La grandezza è il primo di questi.
Più il tatuaggio è grande, più tempo ci vorrà per realizzarlo.
Se il tattoo è molto grande allora, possono esser necessarie più sedute per finirlo.
Anche la complessità del disegno da realizzare è un fattore che incide moltissimo della durata della seduta.
Per i tatuaggi piccolini, il lavoro può esser finito anche nel giro di un apio di ore, invece.
Come si sceglie
Ci sono moltissimi modi per scegliere un tatuaggio.
Si può andare allo Studio tatuaggi Ca’ Granda Milano e visionare il book da sceglierne uno.
Il tatuaggio selezionato può esser modificato a piacere pera adattarsi ai propri desideri.
Chi vuole tatuarsi può anche arrivare in studio con un disegno già fatto.
Si può, in alternativa, chiedere al tatuatore che cosa si desidera a farselo disegnare su misura.
Esiste anche un altro modo per scegliere tra i tattoo.
Si può andare allo studio in una delle giornate di walk in.
Si tratta di un evento particolare dove il tatuatore propone una serie di disegni da realizzare.
Chi vuole un tattoo basta che scelga tra quelli proposti, che hanno anche un costo un po’ inferiore rispetto al solito.
Come si fa
Allo Studio tatuaggi Ca’ Granda Milano deve esserci una stanza dedicata al tattoo con pareti e pavimenti realizzati con le sale operatorie per facilità di pulizia e sterilizzazione.
Il tatuaggio non può esser fatto in una stanza qualsiasi.
Per seguire il disegno, si usano dei pigmenti colorati da iniettare sotto allo strato di pelle con degli strumenti speciali.
Tutti gli strumenti, compresi anche i guanti in lattice del tatuatore, devono essere sterili per prevenire ogni tipo di rischio di infezione.
Gli strati che sono interessati dalla procedura sono i primi, perciò il tatuaggio non arriva alla parte più profonda dell’epidermide.
I pigmenti non vanno nel tessuto connettivo perché lì ci sono i vasi sanguigni che porterebbero in giro l’inchiostro.
Il tatuatore usa uno strumento particolare con un ago: la pelle si punzecchia con questo ago che deposita all’istante delle minuscole gocce di colore.
Una volta che le gocce sono state depositate, non si possono più eliminare.
Si può usare un solo ago per eseguire le parti più fini del tatuaggio è un gruppo di aghi per riempire delle zone colorate.
Oggi la fase di realizzazione del tattoo non è più manuale, ma si realizza con un apparecchio meccanico che esegue velocissimi movimenti degli aghi per far penetrare bene l’inchiostro anche per fare più in fretta.
Il procedimento è senza anestesia poiché è indolore.
Si sente solo un pizzichino fastidioso, soprattutto se le zone interessate dal tatuaggio sono quelle vicinie alle articolazioni.
Ci sono infatti zone che se attuate possono dare più o meno dolore.
Cosa succede dopo
Quando si esce dallo Studio tatuaggi Ca’ Granda Milano la parte è coperta con una crema antibatterica specifica e coperta.
La medicazione deve esser cambiata almeno un paio di volte al girono per impedire che si infetti.
Per velocizzare il processo di cicatrizzazione, si usano prodotti appositi, cioè i cicatrizzanti.
I prodotti da utilizzare sono presenti in qualunque farmacia, senza ricetta medica.
Il tatuaggio deve sempre restare coperto perché si tratta di una ferita aperta che può esser attaccata da batteri virus, funghi etc.
Il tatuaggio non va esposto al sole, né bagnato né tanto meno sporcato.
Per tale motivo, è sempre consigliabile eseguirlo in una stagione fredda.
Sole, acqua salata, sabbia etc.
sono grandissimi nemici del tatuaggio appena fatto che può infettarsi.
La sicurezza prima di tutto
Andare al risparmio quando si tratta di tatuaggio non è mai una buona idea.
Quando si vuole realizzare un tattoo si deve smera far riferimento a un valido Studio tatuaggi Ca’ Granda Milano che abbia tutti i permessi e le autorizzazioni in erogala.
Quando si va in studio è possibile chiedere di visionare questi permessi.
Mai e poi mai affidarsi a chi fa il tattoo in casa senza apparecchiature sterilizzate bene.
Solo uno studio che ha l’autoclave può assicurare la massima sterilizzazione. Le mani del tatuatore devono esser puliti e igienizzate, anche se dopo userà i guanti: un nuovo paio per ogni tatuaggio.
Camice e mascherina sarebbero indicati, ma non obbligatori.
Gli aghi e i tubicini sono tolti al momento dalla loro confezione.
Se si arriva allo studio e tutti gli strumenti sono già predisposti è meglio chiedere di cambiarli perché devono essere aperti all’ultimo minuto sotto il naso di chi si vuole tatuare.
Anche tutti i pigmenti e i contenitori devono essere nuovi.
Dopo ogni seduta, gli aghi devono esser buttati via nel cestino apposito e tutti gli strumenti sterilizzati.
Gli strumenti per il tattoo sono praticamente usa e getta.
Questo è fatto per evitare la trasmissione di malattie, come può esser l’epatite.
Tutti gli studi in regola hanno un’autoclave per la sterilizzazione che deve esser usato per pulire ed eliminare ogni residuo sugli strumenti non usa e getta prima di eseguire un tattoo.
Quali sono i rischi
Ci sono purtroppo diversi rischi quando si fa un tatuaggio.
Anzitutto, alcune persone possano esser allergiche al lattice con cui sono fatti i guanti del tatuatore.
Inoltre, possono esserci delle allergie e irritazioni provocate dai pigmenti.
Il colore rosso è quello che può dare maggiore problemi, mentre il nero e il blu sono praticamente innocui.
Il tatuaggio rappresenta anche una lesione della pelle, una ferita aperta che può esser attaccata da batteri.
Dopo aver fatto il tatuaggio, la parte è sicuramente arrossata, gonfia, olorante e può presentarsi anche del pus.
Esistono anche rischi molto più gravi che sono legati all’uso di prodotti non sterilizzati da un cliente all’altro.
Si parla di epatite, HIV, tetano etc.
che possono essere evitati se si fa riferimento a un Studio tatuaggi Ca’ Granda Milano serio e abilitato.
Tattoo Ca’ Granda Milano
Il tatuaggio (derivato dal francese tatouage, a sua volta dal verbo tatouer e questo dal termine anglosassone tattoo, adattamento del samoano tatau)[1][2][3] è sia una tecnica di decorazione pittorica corporale dell’uomo, sia la decorazione prodotta con tale tecnica. Tradizionalmente la decorazione è destinata a durare per molto tempo,a volte per sempre, ma in tempi recenti sono state inventate tecniche per realizzare tatuaggi temporanei.
Nella sua forma più diffusa, la tecnica di questa modificazione corporea consiste nell’incidere la pelle ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari (più precisamente è chiamata scarificazione) o nell’eseguire punture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle ferite. Questa tecnica, che oggi sembra facile da eseguire,è stata resa possibile dal susseguirsi e dall’evolversi di tecniche più svariate e ardue nell’antichità.
Origini del tatuaggio
Tatuaggi terapeutici sono stati ritrovati sulla mummia dell'”uomo di Pazyryk” nell’Asia centrale con complicati tatuaggi animali o quello della principessa di Ukok (Mummia dell’Altai) databile intorno al 500 a.C. che rappresenta un animale immaginario (cervo e grifone) di un alto livello artistico, arrivato quasi intatto a noi grazie alla permanenza nel permafrost.[4] Tra le civiltà antiche in cui si sviluppò il tatuaggio fu l’Egitto ma anche l’antica Roma, dove venne vietato dall’imperatore Costantino, a seguito della sua conversione al Cristianesimo.[5] È peraltro da rilevare che, prima che il Cristianesimo divenisse religione lecita e, successivamente religione di Stato, molti cristiani si tatuavano sulla pelle simboli religiosi per marcare la propria identità spirituale.
È inoltre attestata nel Medioevo l’usanza dei pellegrini di tatuarsi con simboli religiosi dei santuari visitati, particolarmente quello di Loreto. Fra i cristiani la pratica del tatuaggio è diffusa fra i copti monofisiti. Col tatuaggio i coptirimarcano la propria identità cristiana, i soggetti sono solitamente la croce copta, la natività e il Santo Mar Corios, martirizzato sotto Diocleziano e rappresentato in sella ad un cavallo con un bambino.[6] La religione ebraica vieta tutti i tatuaggi permanenti, come prescritto del Levitico (Vaikrà) (19, 28).[5] In particolare, l’Ebraismo vieta ogni incisione accompagnata da una marca indelebile di inchiostro o di altro materiale che lasci una traccia permanente. [Continua…]
Tecniche di tatuaggio
Gli Inuit usano degli aghi d’osso per far passare attraverso la pelle un filo coperto di fuliggine (la china, che artigianalmente e impropriamente si adopera per lo scopo è in fin dei conti una sospensione acquosa di fuliggine).
Nelle zone oceaniche (Polinesia, Nuova Zelanda) il tatuaggio viene eseguito tramite i denti di un pettine di osso che, fermato all’estremità di una bacchetta (formando così uno strumento di forma simile a un rastrello), e battuto tramite un’altra bacchetta, forano la pelle introducendo il colore, ottenuto quest’ultimo dalla lavorazione della noce di cocco.
I giapponesi, con la tecnica detta tebori, usano sottili aghi metallici e pigmenti, adesso di molti colori, ma che in origine erano rosso, giallo e indaco, oltre al nero in varie gradazioni, e introducono nella pelle sostanze di natura chimica diversa e di colore diverso. La tecnica giapponese prevede che gli aghi, fissati all’estremità di una bacchetta di bambù, che viene fatta scorrere avanti e indietro (di forma simile a un sottile pennello), siano fatti entrare nella pelle obliquamente, con minor violenza rispetto alla tecnica polinesiana, ma comunque in modo abbastanza doloroso.
[Continua…]
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