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Quali sono i principali stili del tatuaggio
Se hai intenzione di fare un Tatoo Parco Vittoria Milano, il primo o anche i successivi, meglio che ti informi bene su quali sono i diversi stili tra cui puoi optare.
Attenzione a scegliere il tatuatore che sia capace di realizzare il determinato stile.
Ogni tatuatore si specializza in uno stile preciso, formandosene uno personale spesso, e non ha senso costringerlo a fare uno stile che non sia nelle sue corde.
Se vuoi avere un bel risultato, scegli lo stile e, di conseguenza, scegli anche lo studio.
Il lettering: per scrivere qualsiasi cosa
Il primo stile che puoi scegliere è il lettering è quello che ti serve se invece di un disegno vuoi tatuarti una scritta.
Devi scegliere il tipo di font, cioè il tipo di carattere, con cui realizzare questa scritta, al quale può esser rappresentata da delle inziali, da un nome, da una frase, da una citazione o quello che più di piace.
Scegli anche la lingua in cui scrivere.
Fai attenzione alle lingue straniere e chiedi sempre una traduzione da un madrelingua e non solo online.
se hai deciso di realizzare degli ideogrammi, come quelli cinesi, ebraici, giapponesi, arabi o altro, fai ancora più attenzione e chiedi una traduzione professionale.
Lo stile giapponese: di antichissime origini
Se ami il Giappone, potresti trovare molto adatti i Tatoo Parco Vittoria Milano giapponesi che vantano delle antichissime origini.
Il tatuaggio giapponese ha delle linee nere che si riempiono di colore, spesso non sfumato, ma ricco e pineo.
I soggetti più tradizionali sono figure mitologiche delle leggende orientali come il drago o li leone oppure fiori come quelli di ciliegio, loto, crisantemo e altri elementi naturali.
Altri elementi tipici del tatuaggio sono le carpe Koi, le montagne, le onde ma oggi in Occidente vanno moltissimo anche le geishe.
Il tattoo giapponese può esser ingrandito nel corso del tempo, fino a ricoprire interamente il corpo.
Possono volerci anche cinque anni e il costo è pari a quello di un monolocale.
I tatuaggi maori: in origine per i guerrieri
Il Tatoo Parco Vittoria Milano maori è anch’esso molto antico e i guerrieri si facevano tatuare per avere con sé la protezione di un dio oppure del loro animale guida.
È una tecnica molto antica che fa parte delle tradizioni dei popoli indigeni dei maori in Polinesia e anche in Nuova Zelanda.
Sono tatuaggi realizzati solo ed esclusamene con il colore nero.
sono spesso figure stilizzate di animali oppure figure e motivi astratti.
All’interno dello spazio del tatuaggio ci sono ulteriori elementi, riempito di colore o anche lasciati solo con il contorno.
Si tatuano spesso le braccia e le gambe, ma il tatuaggio può ingrandirsi nel corso del tempo.
Il dot work: una miriade di puntini
Lo stile dot work si caratterizza per un uso molto particolare del colore.
La tecnica si rifà al puntinismo, corrente pittorica post impressionista della seconda metà dell’Ottocento.
Non ci sono bordi e tratti scuri, ma il disegno si crea grazie alla ripetizione di puntini.
Si usano molti colori e sono tutti molto sfumati.
L’effetto finale è molto particolare, diverso dagli altri tatuaggi.
Il tatuaggio realistico: vicino alla realtà oggettiva
Se vuoi avere un ritratto realistico di persona, animali o altro, allora quello che fa al caso tuo è lo stile realistico.
Un Tatoo Parco Vittoria Milano realistico si rifà alla realtà.
I contorni sono leggeri e il colore è molto sfumato.
Va detto che questo stile non è forse quello oggi più di moda.
Lo stile old school o marinesco: la storia del tatuaggio occidentale
L’old school, invece, è quello che oggi va per la maggiore.
È il classico stile nato negli USA da cui tutti gli stili occidentali si sono formati.
I contorni sono neri e marcati.
Il colore è pieno e senza sfumature.
I soggetti sono quelli tipici marineschi.
Navi, polene, sirene, cuori, pugnali, rondini, pin up etc.
In questo caso scegli con attenzione cercando anche di capire quali sono i significati dietro a ognuno degli elementi più tipici dell’old school da cui si è sviluppata la new school che esaspera ancora di più le linee marcate e nere con i colori vivaci e pop.
Il biomeccanico: carne e ingranaggi
Lo stilè biomeccanico nasce dalla visione di un artista che ha usato il tatuaggio per mescolare la carne degli ingranaggi l’effetto finale vuol creare l’illusione che sotto alla carne ci siano viti, bulloni, ingranaggi, meccanismi etc.
come se l’uomo fosse in parte una macchina o un androide.
È indispensabile cercare un tatuatore che sia specializzato in questo stile.
L’esperto è in grado di “aprire” graficamente la pelle come se fosse stata tagliata e alzata, mostrano che sotto ci sono dei meccanismi.
È un tatuaggio complesso che ha necessità di esser molto profondo perciò si usa molto il nero e le sfumature.
Il tatuaggio mandala: da scegliere in base alla forma del corpo
Il mandala è un tipico disegno che si rifà alla tradizione orientale.
Questi disegni sono molto complessi e particolari.
La forma principale spesso è un fiore o un sole, ma al suo interno ci sono ulteriori motivi intricati che creano spazi, da lasciare vuoti oppure da colorare.
È un tatuaggio molto complesso da realizzare che si fa con il brodo nero e si possono aiutare i colori, se vuoi.
i mandala va studiato in base alla parte del corpo dove vuoi che venga fatto perché segue la forma e crea un effetto molto bello da vedere.
Il watercolor: lo stile acquarello
Il Tatoo Parco Vittoria Milano watercolor è lo stile che si rifà agli acquerelli.
In questo caso, il disegno del tatuaggio si crea con linee morbide, quasi mai nere e ben marcate, e schizzi di colore sfumato e delicato.
Il risultato è delicato e dinamico anche grazie all’assenza di linee nere di contorno.
I colori utilizzati sono tenui e pastello in modo che la pelle risulta come se fosse dipinta.
Le immagini che spesso sono riprodotte co questo stile sono i fiori, i petali, gli alberi, le foglie e altri elementi naturali.
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Il tatuaggio (derivato dal francese tatouage, a sua volta dal verbo tatouer e questo dal termine anglosassone tattoo, adattamento del samoano tatau)[1][2][3] è sia una tecnica di decorazione pittorica corporale dell’uomo, sia la decorazione prodotta con tale tecnica. Tradizionalmente la decorazione è destinata a durare per molto tempo,a volte per sempre, ma in tempi recenti sono state inventate tecniche per realizzare tatuaggi temporanei.
Nella sua forma più diffusa, la tecnica di questa modificazione corporea consiste nell’incidere la pelle ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari (più precisamente è chiamata scarificazione) o nell’eseguire punture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle ferite. Questa tecnica, che oggi sembra facile da eseguire,è stata resa possibile dal susseguirsi e dall’evolversi di tecniche più svariate e ardue nell’antichità.
Origini del tatuaggio
Tatuaggi terapeutici sono stati ritrovati sulla mummia dell'”uomo di Pazyryk” nell’Asia centrale con complicati tatuaggi animali o quello della principessa di Ukok (Mummia dell’Altai) databile intorno al 500 a.C. che rappresenta un animale immaginario (cervo e grifone) di un alto livello artistico, arrivato quasi intatto a noi grazie alla permanenza nel permafrost.[4] Tra le civiltà antiche in cui si sviluppò il tatuaggio fu l’Egitto ma anche l’antica Roma, dove venne vietato dall’imperatore Costantino, a seguito della sua conversione al Cristianesimo.[5] È peraltro da rilevare che, prima che il Cristianesimo divenisse religione lecita e, successivamente religione di Stato, molti cristiani si tatuavano sulla pelle simboli religiosi per marcare la propria identità spirituale.
È inoltre attestata nel Medioevo l’usanza dei pellegrini di tatuarsi con simboli religiosi dei santuari visitati, particolarmente quello di Loreto. Fra i cristiani la pratica del tatuaggio è diffusa fra i copti monofisiti. Col tatuaggio i coptirimarcano la propria identità cristiana, i soggetti sono solitamente la croce copta, la natività e il Santo Mar Corios, martirizzato sotto Diocleziano e rappresentato in sella ad un cavallo con un bambino.[6] La religione ebraica vieta tutti i tatuaggi permanenti, come prescritto del Levitico (Vaikrà) (19, 28).[5] In particolare, l’Ebraismo vieta ogni incisione accompagnata da una marca indelebile di inchiostro o di altro materiale che lasci una traccia permanente. [Continua…]
Tecniche di tatuaggio
Gli Inuit usano degli aghi d’osso per far passare attraverso la pelle un filo coperto di fuliggine (la china, che artigianalmente e impropriamente si adopera per lo scopo è in fin dei conti una sospensione acquosa di fuliggine).
Nelle zone oceaniche (Polinesia, Nuova Zelanda) il tatuaggio viene eseguito tramite i denti di un pettine di osso che, fermato all’estremità di una bacchetta (formando così uno strumento di forma simile a un rastrello), e battuto tramite un’altra bacchetta, forano la pelle introducendo il colore, ottenuto quest’ultimo dalla lavorazione della noce di cocco.
I giapponesi, con la tecnica detta tebori, usano sottili aghi metallici e pigmenti, adesso di molti colori, ma che in origine erano rosso, giallo e indaco, oltre al nero in varie gradazioni, e introducono nella pelle sostanze di natura chimica diversa e di colore diverso. La tecnica giapponese prevede che gli aghi, fissati all’estremità di una bacchetta di bambù, che viene fatta scorrere avanti e indietro (di forma simile a un sottile pennello), siano fatti entrare nella pelle obliquamente, con minor violenza rispetto alla tecnica polinesiana, ma comunque in modo abbastanza doloroso.
[Continua…]
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