È un proverbio molto famoso che dice che i fiori parlano ed è una cosa che pensano sia fiorai ma anche un tatuatore visto che si parla di tattoo floreali molto richiesti soprattutto alle donne.
Ma negli ultimi anni la cosa vale anche per gli uomini che hanno superato pregiudizi stupidi e che hanno capito quanto può essere bello questo tipo di tatuaggio che risulta essere significativo perché nei fiori ci sono dei significati simbolici molto profondi e spirituali nonché in un certo senso allegorici e nascosti.
Considerando che però ci sono vari tipi di tatuaggi con i fiori, che sono molto diversi tra di loro, una persona si potrebbe sbizzarrire nella scelta ma si potrebbe anche confondere ed ecco perché è importante avere a che fare con un professionista che sia preparato e che sia disponibile a un confronto ma soprattutto che sia a disposizione proprio per aiutare la persona a scegliere al meglio.
Secondo gli esperti la motivazione principale per la quale questo tatuaggio piace molto è perché risulta essere molto elegante e non è nemmeno così tanto difficile da fare ma soprattutto perché è molto simbolico:quindi così come capita per i fiori veri anche in questo caso non si può non apprezzare un tatuaggio così raffinato e stiloso.
Però così come per tutti gli altri tatuaggi è possibile scegliere varie dimensioni arricchendoli di dettagli e di particolari ,anche se di solito dal punto di vista estetico saranno più belli da vedere quelli a colori
Inoltre non bisogna fare l’errore di essere superficiali e pensare che i fiori devono essere per forza quelli classici e che conoscono tutti visto che il tatuaggio è una di quelle tecniche che offre molte opzioni diverse tra di loro.
Diciamo che come tipo di tatuaggio si potrebbe in teoria che richiamare una tradizione specifica sia dal punto di vista spirituale culturale come per esempio il fiore di loto che rappresenta varie tradizioni spirituali differenti tra di loro In quanto rappresentano la purezza del corpo e soprattutto dell’anima:quindi è come se chiamassero a una sorta di ascensione e di elevazione….
Il loto è considerato un simbolo di rinascita perché è un fiore gli ha le radici dentro l’acqua e non è piantato nel terreno.
Alcuni esempi di questi tatuaggi del loro stile contemporaneo
Quindi ci si può sbizzarrire e scegliere un tatuaggio col fiore perché per esempio ci sono persone che sono un po’ superstiziose che potrebbero pensare di aggiungere delle scritte e delle decorazioni proprio per esempio come simbolo di fortuna che è una cosa che vale per l’ortensia che rappresenta abbondanza e prosperità, ma anche per le peonie.
Quindi ,considerando che i tatuaggi ci consentono di giocare con i colori non per forza dobbiamo limitarci a quelli tradizionali ,perché per esempio se si parla delle rose a ognuno di noi sarà capitato di vedere un tatuaggio con una rosa nera e viola blu che sarà legata a sfumature gotiche ed esoteriche: però comunque hanno significato precise in realtà perché per esempio una rosa nera sta a indicare il fatto che un periodo molto negativo e finito Si sta per aprire una nuova fase.
Link Utili:
Il tatuaggio (derivato dal francese tatouage, a sua volta dal verbo tatouer e questo dal termine anglosassone tattoo, adattamento del samoano tatau) è sia una tecnica di decorazione pittorica corporale dell’uomo, sia la decorazione prodotta con tale tecnica. Tradizionalmente la decorazione è destinata a durare per molto tempo,a volte per sempre, ma in tempi recenti sono state inventate tecniche per realizzare tatuaggi temporanei.
Nella sua forma più diffusa, la tecnica di questa modificazione corporea consiste nell’incidere la pelle ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari (più precisamente è chiamata scarificazione) o nell’eseguire punture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle ferite. Questa tecnica, che oggi sembra facile da eseguire,è stata resa possibile dal susseguirsi e dall’evolversi di tecniche più svariate e ardue nell’antichità. (Wikipedia)
Origini del tatuaggio
Tatuaggi terapeutici sono stati ritrovati sulla mummia dell’”uomo di Pazyryk” nell’Asia centrale con complicati tatuaggi animali o quello della principessa di Ukok (Mummia dell’Altai) databile intorno al 500 a.C. che rappresenta un animale immaginario (cervo e grifone) di un alto livello artistico, arrivato quasi intatto a noi grazie alla permanenza nel permafrost. Tra le civiltà antiche in cui si sviluppò il tatuaggio fu l’Egitto ma anche l’antica Roma, dove venne vietato dall’imperatore Costantino, a seguito della sua conversione al Cristianesimo. È peraltro da rilevare che, prima che il Cristianesimo divenisse religione lecita e, successivamente religione di Stato, molti cristiani si tatuavano sulla pelle simboli religiosi per marcare la propria identità spirituale.
È inoltre attestata nel Medioevo l’usanza dei pellegrini di tatuarsi con simboli religiosi dei santuari visitati, particolarmente quello di Loreto. Fra i cristiani la pratica del tatuaggio è diffusa fra i copti monofisiti. Col tatuaggio i copti rimarcano la propria identità cristiana, i soggetti sono solitamente la croce copta, la natività e il Santo Mar Corios, martirizzato sotto Diocleziano e rappresentato in sella ad un cavallo con un bambino. La religione ebraica vieta tutti i tatuaggi permanenti, come prescritto del Levitico (Vaikrà) (19, 28). In particolare, l’Ebraismo vieta ogni incisione accompagnata da una marca indelebile di inchiostro o di altro materiale che lasci una traccia permanente. (Wikipedia)
Tecniche di tatuaggio
Gli Inuit usano degli aghi d’osso per far passare attraverso la pelle un filo coperto di fuliggine (la china, che artigianalmente e impropriamente si adopera per lo scopo è in fin dei conti una sospensione acquosa di fuliggine).
Nelle zone oceaniche (Polinesia, Nuova Zelanda) il tatuaggio viene eseguito tramite i denti di un pettine di osso che, fermato all’estremità di una bacchetta (formando così uno strumento di forma simile a un rastrello), e battuto tramite un’altra bacchetta, forano la pelle introducendo il colore, ottenuto quest’ultimo dalla lavorazione della noce di cocco.
I giapponesi, con la tecnica detta tebori, usano sottili aghi metallici e pigmenti, adesso di molti colori, ma che in origine erano rosso, giallo e indaco, oltre al nero in varie gradazioni, e introducono nella pelle sostanze di natura chimica diversa e di colore diverso. La tecnica giapponese prevede che gli aghi, fissati all’estremità di una bacchetta di bambù, che viene fatta scorrere avanti e indietro (di forma simile a un sottile pennello), siano fatti entrare nella pelle obliquamente, con minor violenza rispetto alla tecnica polinesiana, ma comunque in modo abbastanza doloroso. (Wikipedia)