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Gli stili più belli per i tatuaggi
Ci sono diversi stili per i tatuaggi che si possono scegliere per avere un segno indelebile sulle pelle che può avere un significato particolare.
Lo stile del tatuaggio può esser molto diverso e ce ne sono moltissimi tra cui scegliere.
Il consiglio migliore è di cercare un tatuatore che sia specializzato nello stile che più piace.
Non ha infatti molto senso costringere un tatuatore a fare uno stile che non è il suo.
È meglio scegliere lo studio in base al tipo di stile che si desidera.
Esistono i Tatuaggi Maori Villaggio dei Giornalisti Milano, old school, biomeccanici, giapponese, il lettering e molto altro ancora.
Lo stile Old School o tradizionale
Uno degli stili principali che si possono scegliere per fare dei tattoo è l’old shcool, detto anche tradizionale.
È un tipo di tatuaggio che si differenzia per i bordi scuri e linee marcate, detto bold line.
Il nero è il colore principale, ma ci sono sempre anche il colore ricco e piatto che riempie il disegno, senza sfumature.
L’old school è la base idi partenza di tutte le scuole successive americane e anche europee.
Pare abbia origine dal primo maestro di tatuaggi americano, un vecchio marinaio Sailor Jerry, che perciò prediligeva temi come ancore, rose dei venti, rondini, sirene, navi e anche pin up.
Il dot work
Quando si parla di dot work si fa riferimento a uno stile preciso di tatuaggi che sono realizzati con colori piatti e ricchi, ma con dei puntini.
Si ispira un po’ alla tecnica pittorica di metà 800 dei puntinismo.
Chi desidera avere un tattoo di questo tipo deve rivolgersi a un esperto perché è una tecnica totalmente diversa dalle altre.
Non ci sono linee marcate e si possono usare tutti i colori.
La caratteristica principale di questo stile sono le sfumature per un effetto wow.
Lo stile new school o nuova scuola
Con il termine nuova scuola, o new school dci si riferisce a uno stile che fa direttamente capo all’old school.
Questo nuovo stile esaspera ancora di più le caratteristiche principali dell’old school, per questo motivo, ci sono bordi neri molto marcati e precisi e colori molto vivaci e ricchi.
A differenza dello stile precedente, quello nuovo accetta le sfumature in certi casi.
I soggetti che si rappresentano sono quelli classici che si rifanno alla scuola tradizionale, ma possono esserci degli altri soggetti che però sono declinati in questo stile.
Ciò vuol dire che se si vuole rappresentare un piatto di spaghetti, per esempio, questo verrà proposto con lo stile classico della nuova scuola.
Il tatuaggio biomeccanico
Quando si parla di tatuaggio biomeccanico si ha un tattoo che crea l’illusione di mettere insieme il corpo a delle parti meccaniche.
L’ideatore di questo stile si chiama Hans Ruedi Giger, un artista che per primo ha pensato a questa idea.
Si possono vedere ingranaggi, rotelle, bulloni, viti e simili che si fondono con il corpo.
L’idea è di dare l’illusione che sotto alalo strato di pelle in realtà ci siano parti meccaniche, come se l’uomo fosse una macchinica, un androide.
Lo stile giapponese
Una della tradizione più antiche del tatuaggio è quella giapponese.
Come per i Tatuaggi Maori Villaggio dei Giornalisti Milano, le sue origini di quello giapponese sono molto antiche e si usava non per decorare il corpo, ma piuttosto per dare un segno di appartenenza a un certa cerchia sociale.
All’inizio pare che il tattoo fosse un modo per punire, poi con il tempo è diventato una vera e propria parte ricca di significato e con regole ben precise, cosa a cui i giapponesi tengono moltissimo.
Si usano spesso righe e bordi neri che son poi riempiti con colori, anche sfumati.
La particolarità del tattoo giapponese è la scelta del soggetto.
Tradizionalmente, si scelgono elementi naturali e delle tradizione giapponese, sono infatti molto frequenti animali fantastici iniziando ovviamente dai draghi ma anche serpenti, leoni, cavalli alati e simili.
Altri elementi naturali che spesso sono rappresentati sono i fiori di ciliegio o di loto, i pesci come la carpe, le onde, le montagne, le nuvole, il bambo e altro ancora.
Si usa molto anche rappresentare le geishe con questo stile, un po’ come le pin up, nello stile old school, anche se in realtà non fanno parte della tradizione vera e propria.
Spesso questi tatto sono grandi e si possono ulteriormente ingrandire, fino a decorare tutto il corpo.
I tribali
I segni tribali si ispirano al tatuaggio tradizione delle popolazioni indigene delle Isole Samoa, delle Isole Marchesi o del Borneo.
I tribali sono quasi sempre colorati di nero, a volte si vede usare del rosso, ma non altri colori.
Possono esserci grandi parti riempite con il colore nero.
Si possono scegliere diversi posti dove fare il tatuaggio, ma spesso si preferiscono gambe e braccia per creare degli ornamenti indelebili.
I Tatuaggi Maori Villaggio dei Giornalisti Milano
Quando si parla di stili tradizionali spesso si fa riferimento a dei Tatuaggi Maori Villaggio dei Giornalisti Milano che sono tipici del popolo polinesiano che poi è arrivato anche in Nuova Zelanda.
I Tatuaggi Maori Villaggio dei Giornalisti Milano sono diventai molto celebri grazie al rugby e alle squadre neozelandesi tutte tatuate come antichi guerrieri che prima di ogni partita facevano danze propiziatorie.
Sono tattoo neri che veniva fatti ai guerrieri per raffigurare lo spirito guida in maniera stilizzata.
Si possono vedere rappresenti tartarughe, delfini e altri animali ma sempre con dei motivi al loro interno geometrici di forme diverse, riempiti di nero che si alternano a quelli vuoti.
Il realismo o ritratti realistici
Come fa intuire il nome, questo stile predilige una rappresentazione veritiera della realtà.
Il tattoo non avare caratteristiche carbonizzate o esasperate, ma si tratta di un ritratto più vicino possibile alla realtà.
Possono essere sia in nero che colorati.
Le linee di demarcazione sono minime e sottilissime.
La caratteristiche principale di questo tattoo è la sfumatura.
Con questa tecnica si realizzano sfumature su più livelli, infatti, non ci sono soggetti base, ma spesso i ritratti di persone e animali sono i preferiti da chi sceglie questo stile.
Tattoo Villaggio dei Giornalisti Milano
Il tatuaggio (derivato dal francese tatouage, a sua volta dal verbo tatouer e questo dal termine anglosassone tattoo, adattamento del samoano tatau)[1][2][3] è sia una tecnica di decorazione pittorica corporale dell’uomo, sia la decorazione prodotta con tale tecnica. Tradizionalmente la decorazione è destinata a durare per molto tempo,a volte per sempre, ma in tempi recenti sono state inventate tecniche per realizzare tatuaggi temporanei.
Nella sua forma più diffusa, la tecnica di questa modificazione corporea consiste nell’incidere la pelle ritardandone la cicatrizzazione con sostanze particolari (più precisamente è chiamata scarificazione) o nell’eseguire punture con l’introduzione di sostanze coloranti nelle ferite. Questa tecnica, che oggi sembra facile da eseguire,è stata resa possibile dal susseguirsi e dall’evolversi di tecniche più svariate e ardue nell’antichità.
Origini del tatuaggio
Tatuaggi terapeutici sono stati ritrovati sulla mummia dell'”uomo di Pazyryk” nell’Asia centrale con complicati tatuaggi animali o quello della principessa di Ukok (Mummia dell’Altai) databile intorno al 500 a.C. che rappresenta un animale immaginario (cervo e grifone) di un alto livello artistico, arrivato quasi intatto a noi grazie alla permanenza nel permafrost.[4] Tra le civiltà antiche in cui si sviluppò il tatuaggio fu l’Egitto ma anche l’antica Roma, dove venne vietato dall’imperatore Costantino, a seguito della sua conversione al Cristianesimo.[5] È peraltro da rilevare che, prima che il Cristianesimo divenisse religione lecita e, successivamente religione di Stato, molti cristiani si tatuavano sulla pelle simboli religiosi per marcare la propria identità spirituale.
È inoltre attestata nel Medioevo l’usanza dei pellegrini di tatuarsi con simboli religiosi dei santuari visitati, particolarmente quello di Loreto. Fra i cristiani la pratica del tatuaggio è diffusa fra i copti monofisiti. Col tatuaggio i coptirimarcano la propria identità cristiana, i soggetti sono solitamente la croce copta, la natività e il Santo Mar Corios, martirizzato sotto Diocleziano e rappresentato in sella ad un cavallo con un bambino.[6] La religione ebraica vieta tutti i tatuaggi permanenti, come prescritto del Levitico (Vaikrà) (19, 28).[5] In particolare, l’Ebraismo vieta ogni incisione accompagnata da una marca indelebile di inchiostro o di altro materiale che lasci una traccia permanente. [Continua…]
Tecniche di tatuaggio
Gli Inuit usano degli aghi d’osso per far passare attraverso la pelle un filo coperto di fuliggine (la china, che artigianalmente e impropriamente si adopera per lo scopo è in fin dei conti una sospensione acquosa di fuliggine).
Nelle zone oceaniche (Polinesia, Nuova Zelanda) il tatuaggio viene eseguito tramite i denti di un pettine di osso che, fermato all’estremità di una bacchetta (formando così uno strumento di forma simile a un rastrello), e battuto tramite un’altra bacchetta, forano la pelle introducendo il colore, ottenuto quest’ultimo dalla lavorazione della noce di cocco.
I giapponesi, con la tecnica detta tebori, usano sottili aghi metallici e pigmenti, adesso di molti colori, ma che in origine erano rosso, giallo e indaco, oltre al nero in varie gradazioni, e introducono nella pelle sostanze di natura chimica diversa e di colore diverso. La tecnica giapponese prevede che gli aghi, fissati all’estremità di una bacchetta di bambù, che viene fatta scorrere avanti e indietro (di forma simile a un sottile pennello), siano fatti entrare nella pelle obliquamente, con minor violenza rispetto alla tecnica polinesiana, ma comunque in modo abbastanza doloroso.
[Continua…]
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